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  132. Vermentino di Sardegna
  133. Vernatsch
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  20. Alto Adige
  21. Basilicata
  22. Trentino
Volume
  1. 0,75 L
  2. 1,5 L
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Asti

Vino spumante prodotto dal Moscato Bianco, antico vitigno proveniente dal bacino orientale del Mediterraneo, la cui ampia diffusione é da ricercare dal particolare gusto dolce che si otteneva facendo appassire le uve  (continua)

1 Prodotti/o

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Vino Asti

Vino spumante prodotto dal Moscato Bianco, antico vitigno proveniente dal bacino orientale del Mediterraneo, la cui ampia diffusione é da ricercare  dal particolare gusto dolce che si otteneva facendo appassire le uve. L’Asti é lo spumante dolce a denominazione più conosciuto al mondo ed é l’unico ad aver dato il nome ad un bicchiere: la Coppa Asti. Dalla spuma fine e persistente, di colore giallo paglierino fino ad un dorato assai tenue; il profumo é delicato e caratteristico; il sapore aromatico, dolce ed equilibrato. Storia, tradizione, dedizione, geniale imprenditorialità, applicazione e ricerca continua hanno mantenuto l’Asti docg vino prezioso e ricercato, esaltandone le peculiari caratteristiche. Il segreto sta appunto nel mantenere fragrante e intatto l’aroma originale dei grappoli di moscato bianco, preservando un equilibrio di intensità dove la sensazione del dolce si sposa con la freschezza e l’intensità del gusto, condizionate, tuttavia, ad un moderato tasso alcolico, e esaltate dallo sviluppo della spuma, un fine e persistente perlage che vivacizza il vino rendendolo gradevole e di grande bevibilità. Un vero vino della gioia.
 

Il vitigno dell'Asti

Lo Spumante Asti viene da sempre prodotto in una precisa zona territoriale, che fu delimitata per la prima volta nel 1932. 
I comuni che possono ospitare i vitigni preposti alla produzione dello spumante sono 52, e tutti situati nelle province di Alessandria, di Asti e Cuneo. 
I comuni più produttivi in termini di quantità sono senz'altro quelli di Strevi, Santo Stefano Belbo, Canelli e Calosso. 
La qualità e le caratteristiche organolettiche dello Spumante d'Asti sono rimaste intoccate per decenni, e questo grazie all'attento disciplinare di produzione ma anche alla selezione accurata dei vitigni.
Questo spumante può essere prodotto solamente con vitigno Moscato bianco al 100%. Il Moscato bianco è una varietà di vitigni dell'area mediterranea il cui nome è da far risalire al latino "cuscus", vale a dire "profumato". Assai resistente ad intemperie e a siccità, questa pianta presenta foglie pentagonali con un grappolo di medie dimensioni e frutti dal colore giallo-verde. L'acino è medio-grande, con forma sferica appena appiattita, sapore dolce e ricco d'aroma.
Il moscato bianco è conosciuto con una serie lunghissima di nomi: in Francia è chiamato "muscat à petit grains", ma molto più facilmente è conosciuto col nome "Moscato d'Asti" per ovvie ragioni. 
È proprio grazie alle caratteristiche particolari di questo vitigno se lo Spumante d'Asti ha un profumo ed un aroma così delicati, dolci e leggeri al contempo. 
Il vitigno Moscato bianco è da sempre conosciuto per il suo equilibrio; a conferire tratti specifici al vitigno coltivato nella regione di Asti è, in particolare, il terreno calcareo che rilascia sostanze nutritive molto preziose come il linalolo. 
Oggi come oggi la vendemmia del Moscato bianco viene fatta a mano, rigorosamente grappolo per grappolo, per conservare gli acini sodi ed integri. La raccolta dei frutti avviene verso i primi giorni del mese di settembre, come da tradizione. 
 

Caratteristiche organolettiche

L'Asti Spumante, chiamato più comunemente Asti, è una vera etichetta d'eccellenza nel panorama dei vini italiani. Esso è il vino DOCG più esportato dall'Italia nonché il più celebre spumante dolce a livello internazionale. 
Questo importante prodotto, frutto della cosiddetta Zona del Moscato, vale a dire di quella striscia di territorio che si colloca fra il fiume Tanaro ed il Bormida, è quindi uno dei prodotti italiani più conosciuti all'estero e più rinomati anche nel Belpaese. 
Molto rinomato e consumato in tutte le occasioni più importanti, l'Asti è diventato con il tempo il simbolo della tradizione e della qualità dell'industria del vino in Italia. Ancora oggi i metodi di produzione tradizionali sono conservati e perpetuati dal Consorzio per la Tutela dell'Asti, del quale parleremo più avanti. Esso si occupa di mantenere intatta la tradizione ed il nome di questo pregiato vino, garantendo che tutte le etichette che vogliono fregiarsi di questo titolo abbiano i requisiti qualitativi per poterlo fare. 
 

La produzione dello Spumante d'Asti

Il moscato, dopo essere stato raccolto nei comuni autorizzati alla coltivazione dei vitigni, viene pigiato per diventare mosto. 
La pigiatura avviene con la massima attenzione per evitare che avvenga la fermentazione veloce, e quindi il mosto viene lasciato nelle celle frigorifere, tra le più moderne e tecnologiche del settore. 
La fermentazione del mosto avviene attorno ai 20°C, fino a che lo spumante raggiunge i 7 gradi richiesti dal disciplinare. A questo punto il prodotto presenta già una certa percentuale zuccherina, uno dei maggiori requisiti dell'autenticità di questo pregiato spumante. 
La fase dell'imbottigliamento avviene in un contesto di massima sterilità grazie all'utilizzo di strumenti tecnologici avanzati. 
Come da disciplinare, l'invecchiamento del vino può avvenire solamente in specifici comuni che sono contenuti nel documento. 
Una volta pronto, lo spumante viene distribuito per essere venduto.
Finalmente l'Asti DOCG è pronto per deliziare i palati dei suoi acquirenti con il suo gusto dolce, leggero, frizzante ed inconfondibile, e con la sua garanzia di qualità e di tradizione italiana. 
 

Il Consorzio di Tutela dell'Asti per la diffusione di questo spumante nel mondo

Nel 1932 nasce il Consorzio di Tutela dell'Asti allo scopo di proteggere e di accrescere la realtà che si occupa della produzione e diffusione di questo spumante. Riconosciuto nel 1934, questo Consorzio ha contribuito alla creazione di un apposito disciplinare riguardo alle zone di coltivazione del vitigno e alla produzione dello Spumante, nonché alla promozione di questo pregiato vino nel mondo, compito del quale si occupa tutt'oggi. 
È proprio il Consorzio che si occupa di vigilare sulla sussistenza dei rigidi requisiti di qualità della produzione di questo spumante, garantendo che la tradizione prosegua inalterata nel tempo. 
 

Analisi del vino Spumante d'Asti

  • Lo spumante d'Asti alla vista

Lo spumante Asti appare alla vista con un colore che varia dal paglierino al dorato tenue. La consistenza leggera e non torbida sono caratteristiche peculiare di questo spumante, dalla limpidezza brillante. 

La spuma dell'Asti si presenta come persistente ma fine. 

  • Lo spumante d'Asti all'olfatto

Lo Spumante d'Asti presenta un profumo fragrante e vagamente floreale, con toni riconoscibili di acacia e di tiglio, comunque molto delicati. Ricorda il tipico aroma del Moscato Bianco, con toni di bergamotto e limone. 

  • Lo spumante d'Asti al palato

È proprio al momento della degustazione che lo spumante astigiano dà il meglio di sè. Il vino presenta un'aroma delicato e dolce, mai stucchevole, equilibrato, frizzante ed aromatico. Il complesso di sapori unico che caratterizza questo spumante lo rende perfetto per ogni occasione. 
 

 

L'invecchiamento dello Spumante d'Asti

Solitamente questo spumante si consuma abbastanza giovane per assaporarne al meglio l'aromaticità. L'invecchiamento dello Spumante d'Asti si calcola a partire dalla fermentazione. 
Non è previsto nessun invecchiamento minimo dal disciplinare, ma in genere si tende a non lasciar invecchiare uno spumante più di due o tre anni, pena la formazione di un aroma complesso che non tutti gradiscono. 
 

Temperatura di servizio e abbinamento bicchiere

Lo Spumante d'Asti, per essere gustato al meglio apprezzando tutte le ricche caratteristiche del suo aroma, dovrebbe essere servito ad una temperatura attorno ai 6-8 gradi. 
Lo spumante d'Asti ha dato origine ad un bicchiere che prende il suo nome, che da sempre era stato utilizzato per servire questo vino. La Coppa Asti, come viene comunemente chiamata, è usata oggi per servire tutti gli spumanti. La conformazione della coppa permette di godere appieno dell'aroma del vino senza che esso venga disperso. Si tratta di un bicchiere a coppa bassa e larga, con gambo sottilissimo. Ha una capacità di massimo 12 cl. 
Bisognerebbe sempre evitare di servire lo spumante nel classico flute a tubo, poiché così si ostacola la percezione dei profumi caratteristici del prodotto: sarebbe un vero peccato privare il degustatore della ricchezza olfattiva dell'Asti Spumante, che rappresenta una delle sue più peculiari caratteristiche. 
 

Gli abbinamenti dell'Asti

L'Asti spumante ha un carattere delicato ed eclettico che lo rende un compagno d'ampio respiro per la cucina; vale a dire, esso può essere facilmente abbinato a numerosi piatti, anche se tradizionalmente viene bevuto alla chiusura del pasto. 
In generale lo spumante è il miglior accompagnamento per dessert di dolci e di frutta e quindi per la conclusione del pranzo o della cena: in particolare si tende ad abbinare l'Asti spumante con torte elaborate di creme come la Diplomatica, ma esso ben si sposa anche con dolci di fattura più semplice. 
Ideale accompagnamento per frutta di stagione e anche per dolci a base di gelato, lo Spumante d'Asti sta venendo però rivalutato anche per aperitivi e durante il pasto. Qualche esempio di ricetta innovativa che prevede l'accompagnamento del miglior spumante italiano è proposta dal Consorzio di Tutela dell'Asti stesso: per esempio, il risotto all'Asti.
Questo spumante può abbinarsi in modo perfetto ai migliori piatti della tradizione culinaria piemontese. Ricordiamo in particolare la famosa Bagna Cauda e la Torta verde di Pasqua.
Sempre più persone accompagnano l'Asti all'aperitivo, anche se è consono ricordare che questo vino è abbastanza dolce e quindi non dovrebbe essere abbinato con cibi salati, ma piuttosto a sua volta con dolci o frutta.
 

Asti: storia e territorio

Il Moscato bianco, vitigno dal quale viene prodotto, proviene dalle zone mediterranee e fin dall'antichità è ben conosciuto e molto diffuso per il piacevole sapore dolce che proviene dalla sua uva passita. 
Fin dal 1300 il vino prodotto in questa modalità si diffonde velocemente nel continente europeo, grazie anche al commercio che lo fa conoscere in diverse nazioni. Conosciuto come "vino greco", nelle fonti storiche del Cinquecento viene invece citato come "Muscatuellum" e addirittura utilizzato come moneta di scambio. Il valore di questo vino cresce di decennio in decennio, diventando sempre più diffuso sulle corti dei nobili e divenendo anche materia di studio per appassionati delle materie enologiche. Le fonti ci riportano che Giovanni Battista Croce fu uno dei primi a studiare nel dettaglio le tecniche di produzione di questo pregiato vino, descrivendo per filo e per segno all'interno di alcuni trattati tutti i passaggi tradizionali per la produzione del Moscato, fra cui le fasi della spremitura e della pulizia del mosto.
Quando i trattati elaborati da Croce furono diffusi, la produzione del Moscato si diffuse in modo esponenziale nel Nord Italia, diventando di fatto uno dei prodotti più amati sul territorio. 

Nella seconda metà dell'Ottocento Carlo Gancia, dopo alcuni viaggi in Francia, conobbe le tecniche di spumantizzazione del più famoso vino d'Oltralpe, lo Champagne, e le portò in Italia. 
Gancia riuscì così a creare una singolare tipologia di moscato, nella quale la fermentazione veniva bloccata per mezzo del filtro del mosto, ed il prodotto finale era costituito da un vino delicato e con una bassa gradazione alcolica che tutt'oggi caratterizza questo vino (massimo 12 gradi). Tale prodotto venne soprannominato Moscato Champagne in onore del più famoso "fratello" francese. 
Fu un vero e proprio trampolino di lancio per il Moscato bianco: in breve tempo numerose aziende di Asti iniziarono a produrre il vino secondo le nuove metodologie introdotte da Gancia, metodologie che nel corso del Novecento vennero ulteriormente perfezionate fino a giungere al brevetto di un sistema di spumantizzazione più veloce ad opera di Martinotti.
Il processo di spumantizzazione peculiare che caratterizza questo vino lo rende un prodotto amabile e delicato, non a caso la punta di diamante dell'eccellenza italiana nel campo dei vini.

Per poter preservare intatti il sapore ed il profumo del vitigno, il processo segue dei passaggi particolari. Innanzitutto si cerca di limitare la fermentazione per preservare l'aroma tipicamente dolce dell'Asti: per farlo si filtra con cura il succo dalle impurità, lo si conserva a temperature molto basse per non permettere l'aumento della gradazione alcolica, ed infine vengono aggiunti lieviti particolari per permettere un processo di fermentazione il più rapido possibile. 

Giunti a questo punto la temperatura viene nuovamente abbassata per mantenere le caratteristiche organolettiche tipiche dell'Asti spumante. 
Con il tempo iniziano ad arrivare anche i primi riconoscimenti ufficiali della qualità dell'Asti Spumante, come la tanto agognata qualifica DOCG, vale a dire la Denominazione di Origine Controllata che venne ottenuta nel 1993. 
L'Asti è lo Spumante italiano più apprezzato e conosciuto anche per la singolare storia di passione ed impegno che si cela dietro ad ogni singola bottiglia. La selezione accurata dei vitigni, la peculiarità delle zone di produzione e l'antica ricetta della spumantizzazione rendono questo prodotto un'etichetta d'eccellenza e motivo di orgoglio per l'enologia italiana. 
Oggi come oggi la storia secolare si intreccia alle più moderne tecniche di produzione, la ricerca si sposa con una tradizione antichissima, dando vita ad un prodotto che rappresenta il sunto della ricerca della perfezione nel panorama dell'enologia del Belpaese. 

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