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Volume
  1. 0,75 L
  2. 1,5 L
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Merlot

Il Merlot è un vitigno a bacca nera, il cui nome deriva dalla particolare predilezione che ha il merlo per le sue bacche, è originario della Gironda, nel Sud-Ovest della Francia, e in particolare della zona di Bordeaux  (continua)

9 Prodotti/o

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Vino Merlot

Il Merlot è un vitigno a bacca nera, il cui nome deriva dalla particolare predilezione che ha il merlo per le sue bacche, è originario della Gironda, nel Sud-Ovest della Francia, e in particolare della zona di Bordeaux da cui nascono (in uvaggio con il Cabernet) alcuni dei più prestigiosi vini al mondo (Château Lafitte-RothschildChâteau LatourChâteau Margaux). Château Petrus e Massetosono due esempi di prestigiosi vini ottenuti unicamente da uve Merlot. In Italia il Merlot ha trovato condizioni ambientali ideali in Friuli, Trentino,Veneto ed Emilia-Romagna sin dalla fine dell'Ottocento, ma è ormai diffuso in molte altre regioni, con risultati a volte sorprendenti, anche senza l'apporto di altre uve, come per esempio in Sicilia dove si trovano interpretazioni di Merlot in purezza di grande interesse enologico (e commerciale, di conseguenza), proprio perché il Merlot, nell'adattarsi a questo clima dalla forte impronta solare mostra un altro aspetto della sua versatile personalità, con sapori più caldi e speziati.

Il Merlot è decisamente uno dei vini più apprezzati e conosciuti del mondo. Si tratta di un prodotto che nasce da un tipo di vitigno a bacca nera, originario del sud ovest francese, in particolare della regione di Bordeaux e di Gironda. Secondo una popolare leggenda diffusa in tutta la Francia, si narra che il nome Merlot derivi da curiosi aneddoti sul fatto che tra tutti i tipi di bacca, questa varietà era la più amata dai merli, probabilmente perché beccandone gli acini venivano conquistati dal succo zuccherino e dolce di queste uve. 
Dalla regione di origine del Merlot provengono, in realtà, diverse qualità pregio che hanno in comune il merito di dar vita a vini di altissima qualità. In commistione con il Cabernet Sauvignon, ad esempio, le uve Merlot generavano vini di straordinaria bontà, come il Château Latour o Château Margaux, oggi considerati tra i migliori al mondo. Dall'impiego esclusivo di uve Merlot, invece, provengono il Masseto o lo Château Petrus, famosi per la consistenza vellutata e il profumo floreale che sprigionano.
 

Il vitigno del Merlot

Il vitigno di uve Merlot risponde a determinati canoni che ne permettono l'individuazione e la coltura in terreni e condizioni ottimali. Ad un'analisi della pianta innanzitutto, si nota che la foglia è di media grandezza, segue una formazione pentagonale, con cinque punte e presenta varianti trilobate e quinquelobate. 
Il grappolo di uve Merlot è anche esso di dimensione media, si sviluppa secondo un andamento piramidale, presenta solitamente una o due ali e un peduncolo di legno dal tipico colore tendente al rosa. L'acino rispetta una grandezza media, proporzionata, una buccia resistente, ricoperta solitamente da notevole e abbondante pruina. Il colore, aspetto determinante per inquadrare le uve Merlot, è quello del blu tendente al nero. 
La tipologia di terreni che solitamente offrono le reali condizioni ottimali di sviluppo e crescita di queste varietà di vitigni sono quelli collinari, situati in località dal clima fresco, che permetta delle estati umide. Uno dei rischi più temuti per questa coltivazione è infatti quello della siccità, condizione climatica che provoca notevoli danni e fastidi alla pianta, con conseguente produzione di scarsa qualità.
Dalla zona bordolese sono stati poi tramandati sistemi di allevamento di antichissima ideazione. Uno di essi è il Guyot, a cui si sommano il metodo a cordone speronato e quello a tendone. La caratteristica principale che accomuna queste tre tipologie di coltivazione è la garanzia di una sufficiente presenza d'ombra ai grappoli, seguendo il principio per cui è fondamentale che non si abbassi il tasso fisso di acidità, rovinando così la coltura.
 

La vinificazione

Al giorno d'oggi, le fermentazioni di Merlot avvengono in botti di acciaio. Sempre più spesso, tuttavia, prende piede l'opzione in cemento non vetrificato, che ha il merito di consentire notevoli risparmi energetici. 
Nel processo di vinificazione le bucce vengono lasciate macerare per circa 12 giorni, eseguendo numerose follature, grazie alle quali estrarre polifenoli e attributi coloranti.
La maturazione è invece, storicamente, in barrique per una durata di circa 18 mesi.Nelle grandi produzioni il Merlot viene stoccato in botti di acciaio fino all'imbottigliamento e subisce spesso un processo di fermentazione malolattica. Secondo questo processo, eseguibile con varietà non troppo acide, come il Merlot, si trasforma l'acido malico dell'uva in anidride carbonica e acido lattico, innescando un processo metabolico che porta alla fermentazione del vino.
 

Caratteristiche organolettiche

Diversi sono i vini che si ottengono dalle uve Merlot ma hanno tutti in comune alcuni aspetti che si ripropongono: sono vellutati, corposi, pieni e ricchi di sfumature. All'olfatto regalano note di prugne, ciliegie, sottobosco di ribes e mirtilli, viole selvatiche, rabarbaro, finocchio e toni balsamici di timo e pino. Questa componente di erbe è forse una delle più apprezzate e ricercate del Merlot, capace di caratterizzarlo come un tratto distintivo unico e inconfondibile e che si sposa perfettamente con la sua natura intensa e corposa. Il colore è il tipico rubino molto scuro e all'assaggio risulta pieno e fruttato. Si avverte la presenza dei tannini, tipici nei rossi, ma ammorbiditi dalla presenza di un fondo vellutato e di aromi speziati ed erbacei.
 

Le coltivazioni di Merlot in Italia

L'Italia ha offerto fin subito, alle uve Merlot, un territorio adatto alla loro coltivazione. Nelle regioni in cui sono stati impiantate queste varietà di vitigni, ovvero Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli e alcune zone dell'Emilia Romagna e della Toscana, si sono ottenuti, fin dagli ultimi decenni dell'Ottocento, dei risultati di straordinaria qualità. Successivamente, si sono poi tentati degli esperimenti di coltivazioni di uve Merlot anche in altre zone italiane, dal clima più mediterraneo, come la Sicilia. Questi approcci, che per molti cultori del Merlot, rappresentavano un rischio di denaturalizzazione della purezza originaria di queste uve, hanno invece rivelato, sorprendentemente, dei lati del carattere sconosciuti di questo vino. Il clima soleggiato, deciso, caldo, ha infatti portato alla luce attributi simili alla terra di coltivazione: profondità, retrogusto maggiormente speziato, note calde e corpose, tipiche dei rossi del sud. 
Nonostante queste interessanti varianti, le tipologie di vini da uve Merlot di maggior pregio prodotte in Italia tuttavia, rimangono quelle della zona nord e nord-est e questo proprio per via delle specifiche caratteristiche e necessità ambientali del vitigno.
La zona dei Colli Orientali del Friuli, grazie alla freschezza climatica e a un fondo argilloso e la regione della Val di Cornia e Bolgheri, in Toscana, ricche anche esse di terreni pietrosi, offrono tra le migliori varianti italiane di questo vino. Degna di nota è anche la produzione toscana di Cortona, che ha ottenuto la denominazione DOC. 
 

I rischi nelle coltivazioni di vitigni Merlot

Una tenuta troppo calda, una scarsa attenzione alle condizioni necessarie alla piante e altri fattori esterni possono causare l'avvento di malattie, alcune delle quali a cui la pianta di uva Merlot è particolarmente esposta. La peronospora, ad esempio, è una malattia generata da parassiti che determinano depigmentazione di alcune foglie e necrosi di parti della pianta in casi più gravi, con conseguenti ingenti perdite nel raccolto. Anche la cocciniglia, il marciume acido costituiscono rischi concreti che possono andare a rovinare l'intero vitigno. La prima è una malattia a carico di parassiti che vanno ad aggredire le parti più giovani della pianta, asportandone la linfa e riducendone le potenzialità produttive, mentre il marciume acido è la penetrazione negli acini di moscerini della frutta che daranno il via, importando lieviti dannosi per l'uva, a un processo di acidificazione, riconoscibile dal forte odore di aceto che producono i grappoli infestati.
Altri disagi a cui queste uve possono essere soggette, sebbene in maniera molto minore sono la botrite, un tipo di muffa e lo oidio, il cosiddetto mal bianco, un intervento parassitario che indebolisce la pianta. Attenzione infine, ai fenomeni di acinellatura, in cui gli acini rimangono verdi fino alla vendemmia, non riuscendo a svilupparsi. Se riconosciuti in tempo questi disagi possono essere opportunamente curati, evitando danni in seguito.
 

Sfruttamento, declino e rivalutazione del Merlot

Il Merlot è uno dei vitigni più esportati del mondo. Oltre che nella zona di produzione originaria e in Italia, si è diffuso in zone come il Canton Ticino, la Slovenia, l'Ungheria e la Moldavia.
Nel corso degli anni e data la fama rivestita da questo vino all'estero, si sono attivate produzioni massicce che sono andate a intaccare spesso, la qualità originaria del Merlot, generando dei prodotto di sotto-categoria, poco originali e poco sofisticati. La naturale caratteristica di morbidezza è stata spinta fino all'estremo, dando vita appunto a vini più graditi al consumatore poco attento e meno all'estimatore. 

Nonostante ciò il Merlot rimane un vino estremamente apprezzato, soprattutto per la più straordinaria tra le sue qualità: la adattabilità a climi e terreni che ha reso possibile a coltivatori di mezzo mondo, l'aggiunta di vellutato a vini dai tratti piuttosto acidi o poco morbidi. Necessitando un terreno argilloso, capace di trattenere l'acqua, come quello originario, si ritrova molto spesso a crescere in condizioni totalmente differenti; dando origine a degli ibridi che si allontanano notevolmente dal gusto originario e distribuiscono un'idea di Merlot svalutata e falsata dalla grande distribuzione e dal marketing del nome.
Negli ultimi anni, tuttavia, questo vino, che per anni ha ricoperto il limitante ruolo di vino da tavola, sta vivendo delle vere e proprie rivalutazioni in tutto il mondo, che lasciano intravedere un interessante futuro per le sue produzioni di qualità.
 

GLI Abbinamenti DEL MERLOT

Il Merlot è un vino che va servito, come è tipico dei rossi, ad una temperatura che si aggira sui 15 -18 gradi. Nel caso si trattasse invece, di bottiglie di annata, di oltre un decennio, si consiglia il servizio a una temperatura di almeno 20 gradi, per poterne degustare al meglio i retrogusti caldi, arricchiti dal processo di invecchiamento.
La gradazione minima che presenta questo vino è di 10 gradi, tratto che lo rende un ottimo accompagnamento per piatti sostanziosi, in particolare carni rosse, bolliti, roast beef, ma anche coniglio, pollame e selvaggina. 
Interessante il suo incontro con i formaggi stagionati, dei quali è capace metterne in luce granulosità e sapori. 
Apprezzato, soprattutto nel Triveneto, l'abbinamento con i porcini, prodotti del bosco che rendono onore alla sua nota erbacea e selvatica.
Può, infine, accompagnare dei pesci ricchi di grassi e saporiti, come anguille e pesce gatto, sia in umido che arrosto.
Si consiglia di servirlo in un bicchiere da vino rosso classico, che permette di lasciar sprigionare nell'aria tutte le caratteristiche organolettiche del prodotto.
 

Merlot: storia e territorio

In questa terra fortunata, quale è il sud della Francia, si ritrovano notizie e menzioni del vino Merlot fin dal 1700; fatto che lascia presupporre una sua probabile origine in quegli anni. Nel 1854, tuttavia, ne viene data, ad opera di Rendre, una descrizione più dettagliata e approfondita, che attesta la tradizione, la coltivazione e la produzione di vini di diverso tipo da queste uve. Attraverso questi scritti e attraverso la divulgazione di antiche tecniche enologiche scopriamo una interessante particolarità della coltura del Merlot: il suo gemellaggio con il Cabernet Sauvignon. Pochi vitigni al mondo risultano infatti, così compatibili e integrabili e le ragioni sono facilmente comprensibili. Il Merlot è tra i due il vitigno la cui uva matura prima, spesso addirittura precocemente, offrendo un frutto corposo, denso, pieno di proprietà. Il Cabernet Sauvignon invece, sembra esserne complementare: matura in ritardo e dona un tocco di longevità e leggerezza alla profondità di gusto del Merlot. L'unione di queste uve sembra integrare le caratteristiche ricercate nei vini di alta qualità ed è per questo che vengono mischiate, in percentuali diverse, per dare origine a una notevole serie di prodotti enologici. 
In alcune zone della regione di Bordeaux inoltre, viene ancora aggiunta una minima ma decisiva quantità di uva proveniente da un altro straordinario vitigno: il Cabernet Franc. Quest'ultimo infatti, ha il pregio di regalare note fruttate e profumo, una delicatezza di cui altre tipologie di vino sembrano carenti. 

Per i veri estimatori tuttavia, Merlot fa rima con Pomerol, la limitatissima zona di Bordeaux, ampia 12 km, che è sede delle migliori produzioni mondiali di questa varietà. A rendere le bottiglie che nascono qua le più pregiate in assoluto non sono solo la straordinaria abilità e sapienza dei produttori e la tradizione vinicola antica di queste terre, bensì anche le caratteristiche geo-morfologiche del terreno, che risulta formato da antichi depositi alluvionali ricchi di argilla e ossido di ferro. Un terreno argilloso, capace di trattenere l'acqua e ricco di minerali offre infatti alle uve Merlot la condizione ottimale di crescita.

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